Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Roth Philip
Titolo: Zuckerman scatenato
Editore: Einaudi 2003
Pubblicato nel 1981 questo romanzo di Roth precede la ormai celebre trilogia di Pastorale americana , Ho sposato un comunista, La macchia umana; il protagonista è l'alter ego dello scrittore, il giovane romanziere Nathan Zuckerman, reduce dal grandissimo successo editoriale di un romanzo che gli ha fruttato una enorme ed inattesa ricchezza, ma che lo costringe a fare i conti con il suo passato, i suoi affetti, la sua identità ebraica. Eccolo dunque in giro per New-York dove è raggiunto da strani personaggi che lo invidiano, lo minacciano, gli chiedono le cose più strampalate; il momento della verità arriva però con la grave malattia del padre, al cui capezzale corre insieme al fratello Henry; sul letto di morte il vecchio dottor Zuckerman pronuncerà un'unica parola rivolta al figlio Nathan, bastardo.Infatti il libro che gli ha dato fama e denaro ha per protagonista un pervertito che il pubblico ha identificato con lo stesso autore, e la storia che si racconta ha distrutto la ragione a suo padre che ne morirà: una metafora forte sul rapporto autore-personaggio, sulla finzione narrativa che Roth tratta con la consueta maestria.Straordinaria la ricostruzione di alcuni ambienti della sua infanzia, la Newark degli anni 40, o la Miami dei pensionati , o ancora la Manhattan anni 70, poco dopo la morte di Bob Kennedy. Un grandissimo narratore, Roth, anche nelle sue prove meno celebri.

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